Nel Buddhismo la sillaba Oṃ con i suoi sacri significati è stata propugnata, diffusa e spiegata fin dalle prime Upaniṣad vediche, quindi almeno dal VI secolo a.C. In ambito buddhista la si riscontra nel c.d. "Buddhismo esoterico" oggi afferente ai Canoni cinese e tibetano.
Nel primo ambito, la sillaba Oṃ è pronunciata all'inizio delle dhāraṇī riguardanti il garbhadhātu (胎藏界). Sempre in questo ambito le tre componenti fonetiche dell'Oṃ, ovvero A/U/M, vengono rispettivamente ad indicare le tre parti del Trikāya:
dharmakāya (Corpo del Dharma), saṃbhogakāya (Corpo di Fruizione) e nirmāṇakāya. (Corpo di Emanazione)
In ambito tibetano è invece posto nell'importante mantra Om Mani Peme Hung (tib., sanscrito Oṃ Maṇi Padme Hūṃ) relazionato al bodhisattva della compassione Avalokiteśvara.