venerdì 31 ottobre 2014

Come nasce il titolo di Dalai Lama


Il Dalai Lama, supremo rappresentante del buddismo nella cultura tibetana,  è stato fino a cinquanta anni fa la figura religiosa e politica più importante del Tibet; da quando il Tibet è stato annesso alla Cina il Dalai Lama è in esilio, ma conserva comunque un grande prestigio internazionale
In lingua tibetana, Lama significa "Maestro spirituale"; Dalai, invece, è una parola di derivazione mongola che indica l'oceano o una vasta distesa d'acqua. Dunque, Dalai Lama si può tradurre come "Maestro oceanico [di saggezza]".
Questa figura ha poco più di quattrocento anni.   Tra il 6° e il 7° secolo nel Tibet  giunse il buddismo radicandosi definitivamente a partire dal 10° secolo,
Nacque così in breve tempo una serie di scuole buddiste. Il buddismo tibetano  presentò sin dagli inizi caratteristiche peculiari: la sua dottrina era fortemente influenzata dalla tradizione religiosa che esisteva già prima in Tibet, detta bon. Così, un monaco chiamato Tsongkhapa (vissuto alla fine del 14° secolo), per far tornare il buddismo tibetano alla purezza dell'insegnamento originario, fondò una nuova scuola, detta "dei virtuosi" (in tibetano gelugspa) o, come è chiamata da noi comunemente, dei 'berretti gialli' per il colore del loro copricapo.








Il primo a ricevere il titolo di Dalai Lama fu però un successore di Tsong Khapa, nel 1578: egli fu insignito di tale appellativo da un condottiero mongolo, Altan Khan, a cui aveva garantito la protezione spirituale durante la sua lotta per conquistare la supremazia sulle tribù della Mongolia. Il rapporto tra capi mongoli e gelugspa portò alla diffusione del buddismo tibetano in Mongolia, e all'ascesa del prestigio dei berretti gialli in Tibet.
Si ritiene che tutti i Dalai Lama, in quanto  manifestazione del Buddha della Compassione (Cenresig in tibetano e Avalokitesvara in sanscrito), rinascano con l’unico scopo di guidare alla felicità quanti più esseri senzienti possibile, senza nessuna distinzione di sesso, religione, classe, etnia o altro.











Paramhansa Yogananda - Meditazioni













La mente è l'artefice di tutte le cose. Voi dovete indurla a creare soltanto il bene. Se, con tutta la forza della volontà dinamica, vi concentrerete su un determinato pensiero, alla fine lo vedrete prendere una tangibile forma esteriore. Quando riuscirete a servirvi della volontà esclusivamente per scopi costruttivi diverrete padroni del vostro destino.







martedì 28 ottobre 2014

Swami Vivekananda e il karma




Swami Vivekananda, mistico indiano, nasce a Calcutta nel 1863. Compie i suoi studi allo Scottish Chuech College. Muore nel 1902. Il suo scritto famoso è  "Il Vangelo di Sri Ramakrishna











Ognuno è responsabile di ciò che accade e ha il potere di decidere che cosa vuole essere. Quello che siete oggi è il risultato delle vostre decisioni e scelte passate. Quello che sarete domani sarà il risultato delle vostre azioni di oggi.


Noi entriamo in questa vita con l’esperienza di un’altra vita, e la fortuna o la sfortuna di quest’esistenza sono il risultato delle nostre azioni in un’esistenza precedente




Samsara: il ciclo delle nascite



Samsara (sanscrito) letteralmente significa "movimento continuo" ed è comunemente tradotto come "l'esistenza ciclica", "ciclo di vita".  Nel Buddismo, il samsara è definito come il ciclo ripetitivo continuo di nascita e morte ed in particolare si riferisce al processo  ciclico di una rinascita dopo l'altra entro i sei regni dell'esistenza, in cui ogni regno può essere inteso sia come un regno fisico o uno stato psicologico caratterizzato da un particolare tipo di sofferenza.












Samsara nasce da avidya  (ignoranza) ed è caratterizzata da dukkha  (sofferenza, ansia, insoddisfazione). Il karma cattivo porta a continue rinascite, finchè non sia avvenuta la purificazione     Dal punto di vista buddista, la liberazione dal samsara è possibile seguendo il sentiero buddhista , conseguendo infine l'illuminazione.










La legge del karma



Karma è una parola sanscrita che può essere tradotta  come “agire”. In tal senso “azione” è quella indicata nelle filosofie orientali come azione spinta dalla volontà in relazione al principio di causa ed effetto, vincolando gli esseri dotati di intelligenza e capaci di provare emozioni e sensazioni, al Samsāra ovvero al ciclo di vita, morte e rinascita.
Il Principio Karmico  in sostanza afferma che le azioni del corpo, della parola e dello spirito sono al contempo causa e conseguenza di altre azioni











Il Karma è un concetto centrale nell'Induismo, nel Buddhismo e in altre religioni. Verso il XIX secolo cominciò a diffondersi in occidente sotto la spinta della società Teosofica e attualmente riveste un importanza centrale in numerose discipline New Age. Nella religione Induista il Karma si riferisce sia all’attività come agire in senso stretto sia tutte le conseguenze derivate dalle azioni che un individuo ha compiuto nel corso delle vite passate.








lunedì 27 ottobre 2014

Kirpal Singh e la dieta vegetariana


Kirpal Singh  ( 1894 - 1974) è nato nel villaggio agricolo di Sayyad Kasran nel Punjab pakistano che all'epoca apparteneva all'India.Considerato fra i massimi Maestri spirituali di tutti i tempi, ha ricoperto il ruolo di Presidente della “Fratellanza Mondiale delle Religioni” organizzazione riconosciuta dall’UNESCO comprendente rappresentanti di tutte le maggiori religioni del mondo. Scrisse numerosi libri d’importanza fondamentale per l’uomo moderno, che abbracciano l’intero campo spirituale, morale e religioso, oggi tradotti in numerose lingue. Il suo insegnamento basilare consiste nello stabilire un contatto col Potere di Dio in espressione, chiamato Parola nella Bibbia, Naam, Shabd, Om, Kalma ecc. nelle altre scritture.









Secondo il suo insegnamento : noi diventiamo ciò che mangiamo, principio noto ai ricercatori spirituali di tutti i tempi che hanno mostrato sempre predilezione per i cibi semplici e puri strettamente vegetariani. Una dieta vegetariana contribuisce a purificare la mente ed il corpo.  A tale scopo è bene mangiare cibi che favoriscono la calma e la purificazione della mente, come frutta, verdure, legumi, riso, cerali, latte e suoi derivati. Dalla dieta "spirituale" sono escluse carni e persci, (che secondo il pensiero orientale, eccitano i sensi), volatili, uova e  bevande alcoliche 








Osho :" Il libro arancione". Tecniche per il risveglio della consapevolezza






"La prima cosa che si deve fare è ridere, perché la risata stabilirà l'atmosfera di tutta la giornata. Se ti svegli ridendo, presto sarai in grado di sentire quanto sia assurda la vita. Nulla è serio: puoi ridere anche delle tue delusioni, puoi ridere anche delle tue sofferenze, puoi ridere perfino di te stesso.

(Osho, Il libro arancione)













In questo libro sono raccolte le tecniche di meditazione che Osho ha elaborato negli anni per i suoi discepoli. Sono metodi  per esplorare il proprio mondo interiore. queste meditazioni riflettono la saggezza di Osho e le sue intuizioni sulla natura essenziale dell'uomo contemporaneo, offrendo al mondo una sintesi tra l'approccio orientale alla meditazione e le tecniche psicologiche occidentali. La meditazione aiuta a entrare in un sereno gioco dello spirito in cui l'unica serietà viene dalla totale partecipazione, da un coinvolgimento che piano piano assorbe completamente e rivela l'uomo a se stesso, portandolo a liberarsi, giorno dopo giorno, delle maschere dietro cui è nascosto. Questo libro è un invito al risveglio, a guardarsi e a scoprire tutto quanto abbiamo sempre negato in noi. Osho ci può insegnare a essere finalmente umani, a conoscere i paradisi interiori realizzando la nostra vera identità.














domenica 26 ottobre 2014

Omraam Mikhaël Aïvanhov

Il Maestro Omraam Mikhaël Aïvanhov (1900-1986) filosofo e pedagogo è nato in Bulgaria.Radicato nel solco della più autentica ed elevata Tradizione, l'autore propone con un linguaggio chiaro e preciso nuovi metodi per affrontare i problemi dell'esistenza. Qualunque sia il soggetto trattato, viene svolto in funzione dell'uso che l'uomo può farne per una migliore comprensione di sé e per una migliore condotta della sua vita. Anche i riferimenti alla scienza dei simboli, all'astrologia, alla cabala, all'alchimia, non sono mai l'oggetto di speculazioni astratte ma servono ad illuminare i fenomeni della vita interiore. L'insegnamento di O.M.Aïvanhov è orale ed è costituito da migliaia di conferenze tenute dal 1937 al 1985 stenografate o registrate su audio o video cassette. In Francia sono stati pubblicati più di 77 volumi tradotti, in parte, in 32 lingue.












“ Nelle chiese e nei templi è usanza accendere ceri e bruciare incenso. Perché? Perché la candela e l’incenso che bruciano sono il simbolo del sacrificio, ovvero la trasformazione di una materia bruta in una materia più sottile: luce e profumo. La luce e il profumo che accompagnano le preghiere dei fedeli e che si innalzano fino al Signore, rappresentano quello che i fedeli devono bruciare in se stessi per essere ascoltati.
Nessuna delle azioni che l’uomo compie durante la sua vita è frutto del caso; anche quelle che sembrano insignificanti contengono un significato profondo. 
Perciò, ogni volta che accendete una candela o un fuoco, dovete rimanere colpiti dalla profondità di quel fenomeno che è il sacrificio e pensare che, per avere accesso ai piani superiori dell’anima e dello spirito, occorre sempre bruciare qualcosa dentro di sé. Ci sono talmente tante cose che si sono accumulate dentro di noi e che possiamo bruciare! Tutte le impurità, tutte le tendenze egoistiche, passionali.. Ecco la materia che dobbiamo bruciare per produrre una luce che non ci abbandonerà mai.”






Paramahansa Yogananda


Nato in un'agiata famiglia del Bengala, nel 1910 Mukunda divenne discepolo di Swami Sri Yukteswar Giri, a sua volta discepolo di Lahiri Mahasaya come anche i suoi genitori.
Fin da piccolo manifestò a parenti e conoscenti particolari segni della sua grandezza spirituale e della tenacia con la quale intendeva trovare Dio.
Laureatosi nel 1915 presso l'Università di Calcutta, entrò nell'ordine monastico degli Swami ricevendo il nome di Swami Yogananda (letteralmente "beatitudine", o ananda, "attraverso la divina unione", o yoga).
Nel 1920 giunse a Boston, negli Stati Uniti, in qualità di delegato indiano al Congresso Internazionale delle Religioni. Il suo intervento al Congresso (pubblicato successivamente con il titolo "La scienza della religione") fu accolto con grande partecipazione ed entusiasmo.
Sempre nel 1920 pose le basi dell'organizzazione Self-Realization Fellowship, che dal 1925 avrebbe avuto sede stabile a Los Angeles, con lo scopo di diffondere nel mondo, secondo le rivelazioni ricevute – oltre che dal suo maestro – anche dal santo himalayano Mahavatar Babaji, la sacra scienza del Kriya Yoga.
Negli Stati Uniti si dedicò a quest'opera di diffusione, tenendo lezioni e conferenze in cui illustrava i precetti dell'antica filosofia Vedica e dell'Induismo, integrandoli con il Cristianesimo. Nei suoi discorsi, Yogananda faceva molti riferimenti a Gesù e a San Francesco d'Assisi e ad altri santi e profeti sia dell'antico che nuovo testamento








"La volontà è ciò che vi rende divini. Quando rinunciate a usare quella volontà, divenite un essere mortale."

(Paramahansa Yogananda - L'eterna ricerca dell'uomo,)




"La felicità dipende in parte dalle condizioni esterne, ma principalmente dall'atteggiamento mentale. Per essere felici bisognerebbe avere buona salute, un lavoro adatto, mezzi sufficienti, essere equilibrati, e riconoscenti, ma, soprattutto, avere la saggezza, cioè conoscere Dio."

(Paramahansa Yogananda - "The Law of Success")






Osho


Osho (1931-1990) è un mistico contemporaneo che ha dedicato la vita al risveglio della consapevolezza. Sempre di più i suoi insegnamenti si rivelano un vero e proprio trampolino di lancio verso un equilibrio esistenziale che dona alla vita integrità e pieneza. Ha ricevuto l’illuminazione nel 1953, periodo in cui si stava laureando in Psicologia. Quel momento segnò la fine della sua vita precedente. Egli ha sempre professato il ritorno dell’uomo alla pratica della meditazione, dell’umorismo, dell’amore e della celebrazione della vita.










" La saggezza non ha nulla a che fare con la conoscenza, proprio per nulla; ha qualcosa a che fare con l’innocenza. È necessaria una certa purezza del cuore, è necessario un certo spazio dell’essere perché la saggezza possa crescere."



"E’ tempo che tu smetta di cercare fuori di te ,tutto quello che a tuo avviso potrebbe renderti felice. Guarda in te,torna a casa. "