Così avvenne il riconoscimento del piccolo Tenzin Ghiatzo quale reincarnazione del precedente XIII Dalai Lama:
Poco dopo la morte del XIII Dalai Lama, dove giaceva il suo corpo, spuntò un gigantesco fungo a forma di stella e apparvero ripetuti arcobaleni in direzione nord orientale e qualche giorno più tardi anche la testa del defunto Dalai Lama si voltò verso nord-est.
Le acque del lago sacro Lamo Lhatzo che avrebbero il potere di mostrare il futuro, manifestarono ai grandi Lama sopraggiunti la visione di un monastero dai tetti d’oro e di giada, dal monastero scendeva verso oriente un sentiero che conduceva ad una casa con le tegole color turchese, un cortile, un bambino e un cane pezzato di bianco e marrone.
Apparvero infine tre lettere dell’alfabeto tibetano che indicavano, si presumeva, le iniziali del luogo e della provincia esatti.
Guidati dalla visione, i Maestri viaggiarono per mille miglia fino al monastero Kumbum dai tetti d’oro e di giada, e giunsero ad una casa dal tetto color turchese e travestiti da mercanti, chiesero ospitalità Il fanciullo riconobbe subito una collana che il Lama aveva al collo che era appartenuta al precedente Dalai Lama.
Il bambino parlava il raffinato dialetto di Lhasa, città di residenza dei Dalai Lama, dialetto che in quella provincia nessuno conosceva.
I Maestri se ne andarono e ritornarono poco tempo dopo e sottoposero il bimbo a una serie di prove, mostrando gli oggetti appartenuti al XIII Dalai Lama confusi in mezzo a copie contraffatte; ogni volta il piccolo sceglieva quella giusta ed affermava che quegli oggetti gli appartenevano.
Quando partì felice con i Lama alla volta di Lhasa, aveva soltanto tre anni e mezzo.
Giunti a Lhasa vennero fatte ulteriori prove fra le quali il riconoscimento sul suo corpo degli otto segni appartenenti tutti i precedenti Dalai Lama.
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